In Aprile si è riunito il Lions Club di Castel San Pietro Terme per parlare di fame, cibo, benssere per tutto il mondo e non solo per pochi eletti dei paesi industrializzati. Si è parlato di cooperazione, problemi della fame in Africa, OGM.
Articolo di Odoardo Reggiani (da Notiziario Lions 108tb)
Cibo, economia, benessere
Quello dell’alimentazione è un argomento di sterminata vastità. Basti pensare alle sue implicazioni di carattere economico, sociale, ambientale, antropologico, scientifico ecc.
La fame nel mondo, cui è dedicato quest’anno il service nazionale, a parte la doverosa precisazione che andrebbe fatta in “fame nel terzo mondo”, è solo uno dei molteplici argomenti legati all’alimentazione.
Altrettanto devastante è l’eccesso di cibo, cui si dedicano volentieri le popolazioni dei paesi industrializzati.
Il Lions Club Castel San Pietro ha dedicato una serata alle implicazoni meno dibattute dell’alimentazione, ovvero alle sue ripercussioni economiche, sociali e geopolitiche.
Il “taglio” inusuale della serata, voluto dal presidente Olivieri, si è dimostrato efficace: invece della relazione, spesso lunga e talvolta stucchevole dopo una cena troppo generosa, è stato affidato al moderatore il compito di una breve introduzione, lasciando l’intera serata alle domande del pubblico.
Il tutto, preceduto da una cena a buffet, varia e gustosa ma leggera e soprattutto veloce.
A rispondere alle domande erano preposti Vincenzo Zac-
chiroli, già sindaco di Castel San Pietro, che per il suo ruolo istituzionale è a conoscenza diretta dei problemi alimentari dell’Africa sub sahariana e il nostro direttore Roberto Zalambani, quale segretario dell’Associazione dei giornalisti che si occupano di agricoltura, alimentazione, ambiente. Ha condotto lo scrivente nella sua qualità di addetto stampa del club.
La prima causa della fame nel terzo mondo viene spesso e sommariamente attribuita al vertiginoso aumento della popolazione, a fronte di risorse planetarie non più estendibili. Questo ragionamento non sembrerebbe del tutto “pellegrino”.
Fino al 1600 la crescita della popolazione mondiale era del 2-3% ogni secolo. Oggi quell’incremento si registra ogni anno soprattutto nei paesi del terzo mondo. Quattro secoli fa il pianeta era abitato da 500 milioni di esseri umani. Oggi siamo 6,8 miliardi, di cui il 75% in Asia ed Africa. Fra 15 anni saremo più di 8 miliardi. Ma il pianeta resta sempre quello datoci in comodato gratuito dal Creatore qualche miliardo di anni fa.
Inevitabile il riferimento agli Ogm. Zacchiroli, interrogato in materia, pur dicendosi esente da condizionamenti ideologici, ha sostenuto la necessità della massima cautela prima di adottarli su vasta scala.
Personalmente ritengo che la pericolosità degli Ogm non sia nei loro riflessi sulla salute delle persone e degli animali; negli Usa vengono impiegati massicciamente da anni e passano attraverso controlli di organismi all’avanguardia scientifica (premi Nobel, Università, ecc.) e molto severi nella difesa dei consumatori come la Food and Drug Administration.
La pericolosità degli Ogm, a mio modesto avviso, è esclusivamente di carattere politico. Se la domanda mondiale agroalimentare e zootecnica dipendesse da produzioni di questo tipo, il mondo sarebbe nelle mani di due o tre multinazionali. Le coltivazioni Ogm non sono infatti in grado di riprodursi da sole perché i loro semi sono sterili. Ogni anno bisogna acquistare le sementi da quei due o tre produttori che ne detengono il brevetto. Costoro disporrebbero così di un’arma potentissima: il ricatto della fame. E la fame, come c’insegna la storia, è una delle cause delle guerre.
Zalambani, che aveva incontrato recentemente il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier, ha riferito l’invito dello scienziato a consumare cibi della terra in cui viviamo rispettando i cicli della natura e la biodiversità.
Con questa cultura la vita umana potrebbe raggiungere i 120 anni.
Facciamoci un pensierino.
Odoardo Reggiani