Per giungere alla Pace, Educare alla Pace

A voi tutti che desiderate la Pace! La grande causa della Pace tra i popoli ha bisogno di tutte le energie di Pace presenti nel cuore dell'uomo.

Giovanni Paolo II (1979)

Archivio

Cibo,economia e benessere. Serata Lions Club a Castel San Pietro (Bologna)

In Aprile si è riunito il Lions Club di Castel San Pietro Terme per parlare di fame, cibo, benssere per tutto il mondo e non solo per pochi eletti dei paesi industrializzati. Si è parlato di cooperazione, problemi della fame in Africa, OGM.

Articolo di Odoardo Reggiani (da Notiziario Lions 108tb)

Cibo, economia, benessere

 

Quello dell’alimentazione è un argomento di  sterminata vastità. Basti pensare alle sue implicazioni di carattere economico, sociale, ambientale, antropologico, scientifico  ecc.

La fame nel mondo, cui è dedicato quest’anno il service nazionale, a parte la doverosa precisazione che andrebbe fatta  in “fame nel terzo mondo”, è solo uno dei  molteplici  argomenti  legati all’alimentazione.

Altrettanto devastante è l’eccesso di cibo, cui si dedicano volentieri  le popolazioni dei  paesi industrializzati.

Il Lions Club Castel  San Pietro ha dedicato una serata alle implicazoni meno dibattute dell’alimentazione, ovvero alle sue ripercussioni economiche, sociali e geopolitiche.

Il “taglio” inusuale della serata, voluto dal presidente Olivieri, si è dimostrato efficace: invece della relazione, spesso  lunga e talvolta stucchevole dopo una cena troppo generosa, è stato affidato al moderatore il compito di una breve introduzione, lasciando l’intera serata alle domande del pubblico.

Il tutto, preceduto da una cena a buffet, varia e gustosa ma leggera e soprattutto veloce.

A rispondere alle domande erano preposti  Vincenzo Zac-
chiroli, già sindaco di Castel San Pietro, che per il suo ruolo istituzionale è a conoscenza diretta dei problemi alimentari dell’Africa sub sahariana e il nostro direttore Roberto Zalambani, quale segretario dell’Associazione dei giornalisti che si occupano di agricoltura, alimentazione, ambiente. Ha condotto lo scrivente nella sua qualità di addetto stampa del club.

La prima causa della  fame  nel  terzo mondo viene spesso e sommariamente  attribuita al vertiginoso aumento della popolazione, a fronte di risorse planetarie non più estendibili. Questo ragionamento non sembrerebbe del  tutto “pellegrino”. 

Fino al 1600 la crescita della popolazione mondiale era del  2-3% ogni secolo. Oggi quell’incremento si registra ogni anno soprattutto nei paesi del terzo mondo. Quattro secoli fa  il pianeta era abitato da 500 milioni di esseri umani. Oggi siamo 6,8 miliardi, di cui il 75% in Asia ed Africa. Fra 15 anni saremo più di 8 miliardi.  Ma il  pianeta resta  sempre quello datoci  in comodato gratuito dal Creatore qualche miliardo di anni fa.

Inevitabile  il riferimento agli Ogm. Zacchiroli, interrogato in materia, pur dicendosi esente da condizionamenti ideologici,  ha sostenuto la necessità della massima cautela prima di  adottarli su vasta scala.

Personalmente ritengo che la  pericolosità degli Ogm non sia nei loro riflessi sulla salute delle persone e degli animali; negli Usa vengono impiegati  massicciamente da anni e passano attraverso controlli  di  organismi all’avanguardia scientifica (premi Nobel, Università, ecc.) e molto severi nella difesa dei consumatori come la  Food  and  Drug  Administration.

La pericolosità degli Ogm, a mio modesto avviso, è esclusivamente di carattere politico. Se la domanda  mondiale agroalimentare e zootecnica dipendesse da produzioni di questo  tipo, il mondo sarebbe nelle mani di due o tre multinazionali. Le coltivazioni Ogm  non sono infatti in grado di  riprodursi  da sole perché i loro semi sono sterili. Ogni anno bisogna  acquistare  le sementi da quei due o tre produttori che ne detengono il  brevetto. Costoro disporrebbero così  di un’arma potentissima: il ricatto della fame. E la fame, come c’insegna la storia, è una delle cause delle guerre.

Zalambani, che aveva incontrato recentemente il premio Nobel per la medicina Luc Montagnier,  ha riferito l’invito dello scienziato a consumare cibi della terra in cui viviamo  rispettando i cicli della natura e la  biodiversità.

Con questa cultura la vita umana potrebbe raggiungere i 120 anni.

Facciamoci  un  pensierino.

Odoardo Reggiani

Comments are closed.